Ho paura e ti attacco!

L’aggressività, la socializzazione

Ilanit è il mio pastore della Beauce femmina. Presa a 60 gg da un allevamento, ha subito mostrato forte paura alla vista degli altri cani con reazione intensamente aggressiva. Con l’altra cagna di casa, gentile e paziente, non ha mai avuto problemi di timore, ma con gli altri cani… La prima volta che, dopo l’adozione, ha incontrato un cane (un maschio piuttosto anziano e lento, casualmente capitato sulla sua strada e, tra l’altro, per niente interessato a lei) era libera in un ampio spazio aperto e deserto e io ero con lei; alla vista del cane sconosciuto la cucciola ha lanciato un urlo acuto e improvviso che difficilmente scorderò e si è schiacciata a terra in preda al terrore.

Mio malgrado, ho capito immediatamente che avevamo qualcosa di molto importante su cui lavorare, qualcosa che potenzialmente sarebbe potuto diventare un grosso problema. Negli incontri successivi (con cani adatti accuratamente scelti da me) non è andata meglio, anzi, la piccola è passata a reazioni aggressive (ringhio, abbaio ringhio, abbaio, piloerezione, attacco in avanti con tentativo di morso). Alla vista o al solo sentire cani latrare in lontananza la cucciola cercava di scappare o abbaiava minacciandoli con aggressività. Se invece qualcuno di loro si avvicinava, allora lei cercava riparo tra le mie gambe, si immobilizzava, ringhiava, a volte attaccava balzando in avanti tornando poi a rifugiarsi tra le mie gambe. In casa, se Cookie abbaiava per qualche motivo, Ilanit andava a nascondersi correndo dietro il divano. Dato che il cane proveniva da un allevamento e non poteva, con tutta probabilità, aver avuto precedenti esperienze negative traumatiche con cani, era chiara la sua predisposizione genetica all’uso di comportamenti aggressivi come risposta alla paura verso i cani.

Io ero sorpresa (sembrava che nella sua linea di sangue non vi fosse familiarità genetica con questo tipo di comportamento) e delusa (nel mio lavoro vengo in contatto con molte persone che hanno cani che mostrano aggressività verso altri cani e so quanto può essere impegnativo e limitante viverci).

La mia fortuna è stata che Ilanit è arrivata quando già avevo sufficienti competenze specifiche in ambito cinofilo. Se mi fossi comportata per la sua socializzazione con la leggerezza che ho usato con Cookie, quando ancora ero una semplice proprietaria, adesso sono convinta che avrei tra le mani un grosso problema di 40 kg. Da quando ho scoperto che la cagna aveva grande paura dei cani e che tendeva a reagire con aggressività verso quelli che la avvicinavano, ho quindi lavorato a lungo e molto lentamente sulla sua sicurezza in ambito sociale, cercando di farle incontrare cani adatti al suo carattere e alle sue competenze sociali di quel momento. Ho evitato meglio che potevo invasioni degli spazi sicuri, e le ho assicurato che non l’avrei né portata né costretta a stare in situazioni che non riusciva emotivamente a sostenere.

Non è stato facile; quando hai un cucciolo tutti vogliono toccarlo, coccolarlo o avvicinarsi col proprio per farlo “giocare”, da libero o ancora peggio al guinzaglio. Tutti hanno qualche consiglio da darci su come socializzarlo (“devi portarla subito in area cani, devi farle incontrare taaanti cani. Vedrai che poi si arrangiano da sè, e poi guarda che il mio è taaaanto buono!”). Sottrarsi a tali chiacchiere, consigli o pratiche “socializzanti” non richieste, non solo appare impossibile ma ci pone automaticamente nella posizione di sembrare troppo protettivi verso il nostro cucciolo, scorbutici, antipatici e antisociali agli occhi della comunità dei proprietari di cani. Io però sapevo quale era il mio obiettivo e di cosa aveva bisogno il mio cane, pertanto, anche se con difficoltà, non ho voluto piegarmi ad essere quello che gli altri volevano.

E’ stato un processo molto, molto lento.

Gli incontri che organizzavo per Ilanit erano pochi e radi, e solo con cani che sapevo potessero farla uscire da un interazione con più fiducia in se stessa e negli altri di quanta ne aveva quando ci era entrata. E io ero sempre li, pronta ad aiutarla e a bloccare immediatamente l’incontro qualora si fosse ritenuto necessario. Lentamente, quindi, il terrore dei cani se ne è andato e ha lasciato spazio all’ansia (che era sempre meglio dell’aggressività) e poi piano piano a semplice disagio, poi ancora ad insicurezza, e poi all’insicurezza localizzata solo nei primi istanti di interazione con alcuni cani.

Fino ad arrivare al giorno in cui finalmente…lei, per prima, ha deciso provare ad approcciare un cane. Ok, in modo non troppo rilassato e coi suoi tempi, ma pur sempre per sua volontà. Era finalmente curiosa e forte a sufficienza da trovare il coraggio di avvicinare un altro cane. Ero felice!

Ad oggi Ilanit è gradualmente migliorata.

La reazione di aggressività sproporzionata rispetto allo stimolo (…secondo il nostro soggettivo punto di vista, esterno a lei e quindi al suo personale modo di sentire le situazioni) non si è più ripresentata, e la reazione di fuga avveniva solo con cani che avevano poche competenze sociali, con approcci irruenti o aggressivi. Non soltanto; oggi che la cagna ha due anni e mezzo, si sono verificati recentemente alcuni incontri in cui il cane che la Beauceron si è trovata ad incontrare “ha esagerato” andando oltre i limiti per lei accettabili ed ecco che ha fatto di nuovo capolino l’aggressività. E’ tornata si, ma stavolta, è un valore aggiunto perchè consapevole, misurata e sotto controllo. E l’uso di tale modalità comunicativa è diventato una competenza sociale, competenza che io sono sinceramente felice che il cane abbia acquisito.

Qui ci siamo fermati.

Non credo che Ilanit migliorerà ancora molto, non credo che diventerà mai un genio del savoir faire canino, forse al posto mio qualcuno avrebbe fatto di meglio, ma io sono comunque molto orgogliosa di lei e della strada che abbiamo fatto per arrivare fino qui.

Noemi Pattuelli